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A Bologna, retrospettiva su Goran Trbujalk

06.03.2019

Se siete a Bologna e vi piace l’arte vi consigliamo la mostra di Goran Trbuljak, allestita a Villa delle Rose, fino al 24 Marzo, e promossa dal MAMbo, il Museo d’Arte della Città di Bologna.

Ma chi è Goran Trbuljak? Si tratta di un artista di origini slave, che nella sua carriera è passato dalla pittura alla fotografia, dalla scrittura alla performance, dimostrando ogni volta una fervida vivacità intellettuale. Vivacità che gli ha permesso di sperimentare e di approfondire sempre di più il concetto di arte che nelle sue opere viene via via dissacrato, per diventare più democratico e aperto a tutti. Goran Trbuljak ha sempre definito il proprio lavoro come “un’appassionata difesa del gesto artistico” e allo stesso tempo “una sua critica rigorosa”.

A Bologna, fino alla fine del mese, potrete ammirare la mostra “Goran Trbuljak. Before and After Retrospective” a cura di Lorenzo Balbi e Andrea Bellini, a lui dedicata. Si tratta di un’occasione unica, in quanto questa è la prima retrospettiva realizzata da un’istituzione italiana.
In mostra a Villa delle Rose potrete ammirare alcuni lavori, tra fotografie, manifesti, frottage e pitture, che ne ripercorrono la carriera dagli inizi degli anni Settanta fino agli ultimi esiti della sua ricerca. La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un’importante monografia che si avvale della cura dello stesso Goran Trbuljak assiema a Tevž Logar.

Questa retrospettiva non sarà solo un’occasione per scoprire un eclettico artista, ma anche un modo per conoscere meglio Zagabria, che per due decenni divenne un vero e proprio centro culturale e punto di riferimento per chi faceva arte ed era intenzionato a superare il “modernismo socialista” che si affermò dopo il 1950, nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. A quei tempi Zagabria era infatti da molti considerata – erroneamente – lontana anni luce dalle influenze artistiche e culturali che, tra gli anni Sessanta e Settanta, avevano dato vita a movimenti artistici come l’arte concettuale. Con questa mostra capirete che non è così.

E voi, andrete a vederla?

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